Il tema della Corporate Tax Governance, in un contesto internazionale caratterizzato da continue innovazioni fiscali, è di fondamentale importanza per le imprese e per la società nel suo complesso. La complessità normativa e la crescente attenzione alle pratiche fiscali delle imprese richiedono un’attenta gestione del rischio fiscale da parte delle aziende al fine di proteggere gli stakeholders aziendali e garantire la conformità alle leggi tributarie, con particolare riguardo ai rischi fiscali.
Introduzione: il rischio fiscale.
Le imprese devono affrontare una serie di rischi fiscali, tra cui il rischio di conformità (non rispettare le leggi fiscali), il rischio di reputazione (danneggiare l’immagine aziendale a causa di pratiche fiscali discutibili) e il rischio finanziario (potenziali sanzioni e accessori di natura fiscale). La Corporate Tax Governance è fondamentale per identificare e mitigare questi rischi:
- Trasparenza fiscale: in risposta alle crescenti preoccupazioni sulla trasparenza fiscale, molte nazioni stanno adottando standard internazionali come il Common Reporting Standard (CRS) e l’Iniziativa per la Trasparenza dei Redditi (BEPS) dell’OCSE. Le aziende devono assicurarsi di conformarsi a tali standard e documentare in modo adeguato le proprie operazioni fiscali.
- Responsabilità sociale: le aziende stanno diventando sempre più consapevoli del loro ruolo nella società e della necessità di contribuire in modo equo alle finanze pubbliche. Una Corporate Tax Governance solida dovrebbe includere politiche fiscali etiche che rispettino i principi di responsabilità sociale d’impresa.
- Best practice internazionali: Pper allineare il sistema fiscale italiano alle best practices internazionali, le imprese dovrebbero condurre analisi comparative e cercare di adottare approcci fiscali che rispecchino le normative internazionali riconosciute.
- Gestione del rischio fiscale: le imprese dovrebbero sviluppare una strategia di Corporate Tax Governance che includa la pianificazione fiscale, la valutazione dei rischi, la formazione del personale addetto alle questioni fiscali e la supervisione da parte della direzione aziendale.
- Coinvolgimento delle parti interessate: è importante coinvolgere le parti interessate, tra cui i dipendenti, i clienti, gli investitori e la società civile, nella definizione delle politiche fiscali e nella rendicontazione fiscale. Questo contribuisce a garantire una maggiore trasparenza e responsabilità.
La Corporate Tax Governance è essenziale per affrontare le sfide fiscali in un mondo sempre più complesso e globale. Le aziende devono essere proattive nella gestione del rischio fiscale e nell’adesione alle migliori pratiche internazionali per proteggere gli stakeholders aziendali e contribuire a una fiscalità equa e responsabile.
L’esigenza di una corretta gestione del rischio fiscale risulta oggi di particolare interesse alla luce delle disposizioni contenute nella Legge delega di riforma fiscale, la quale prevede una serie di misure volte ad incrementare l’utilizzo del tax control framework (TCF).
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Al fine di quantificare il rischio fiscale è necessario comparare debitamente i rischi e il rendimento in termini di denaro, premi e reputazione. Un approccio di intelligence e analisi del rischio dovrebbe immediatamente bilanciare la creazione di valore con la generazione del rischio, realizzando al contempo gli obiettivi di reddito e profitto tra i limiti della propensione al rischio. L’anticipazione del rischio e la valutazione delle regole per mitigare i rischi del ciclo di vita fiscale relativi a pianificazione, previsione, conformità e possibili e a volte probabili controversie rappresentano informazioni genetiche nella catena del DNA aziendale. Il verificarsi di un rischio fiscale imprevisto è in grado di creare un effetto domino incidendo sugli altri rischi. Le imprese prendono decisioni oscillando tra una passività fiscale ridotta e i rischi ad essa assegnati, e a volte ciò comporta un pagamento in eccesso delle imposte.
È noto che la diversità attenua i rischi e l’uniformità li migliora, ed infatti le operazioni una tantum e non di routine comportano un rischio al rialzo. Il rischio sta aumentando in funzione della complessità e le tasse sono viste come un driver per il valore ma anche come un rischio che deve essere controllato: ciò richiede un equilibrio tra rischio e valore[1].
Il rischio fiscale è quello che le aziende devono affrontare quando non sono sicure di aver pianificato le loro tasse con adeguate e opportune previsioni, hanno calcolato correttamente il dovuto e rispettato tutte le leggi fiscali pertinenti.
Ad esempio, i rischi possono derivare dall’applicazione non corretta dell’imposta, dai problemi di comunicazione tra fornitori e acquirenti o dalla mancanza di documentazione di supporto. Il rischio fiscale è misurato in base alla perdita di denaro dovuta al sovrapprezzo o alle penalità dovute a seguito di contestazioni o al costo opportunità dal non aver utilizzato tecniche di ottimizzazione fiscale. Una politica di rischio fiscale dovrebbe trattare termini come il “valore” (il valore dato accettando alcuni rischi e compensando degli altri) e il “costo” (il costo risparmiato attraverso l’esercizio delle attività di mitigazione del rischio e le risorse utilizzate al fine di beneficiare delle opportunità propedeutiche ad attenuare tali rischi). L’analisi del rischio fiscale dovrebbe anche essere basata su fattori emotivi e dovrebbe essere consegnata a diversi periodi di tempo anche se, più lungo è il periodo di tempo, più saranno i risultati non plausibili.
La corporate tax governance.
La “Tax Governance” è un approccio globale alla gestione del rischio fiscale, che coinvolge la conformità fiscale, l’etica e l’ottimizzazione delle risorse aziendali. Questo concetto è strettamente legato alla “Corporate Governance” e mira a garantire che le decisioni fiscali siano parte integrante della gestione aziendale responsabile e sostenibile. In particolar modo:
- Nella gestione e neutralizzazione del rischio fiscale, la “Tax Governance” è finalizzata a gestire, e se possibile a neutralizzare, il rischio fiscale. Questo comporta l’analisi e l’applicazione delle normative fiscali all’interno di una struttura aziendale consolidata.
- Posizione fiscale dell’impresa: la posizione fiscale dell’impresa è un concetto fondamentale all’interno della “Tax Governance”. Essa comprende gli obblighi fiscali, i crediti fiscali e le strategie fiscali adottate.
- La Corporate Governance per gestire tutte le variabili connesse al rischio fiscale, garantendo che le decisioni fiscali siano prese in modo etico, in conformità con le leggi tributarie e in linea con gli interessi degli stakeholders.
- Ottimizzazione delle risorse aziendali: la gestione ottimale delle risorse aziendali è essenziale per massimizzare i benefici fiscali e ridurre i rischi. Ciò implica un’allocazione efficiente dei capitali, una pianificazione finanziaria e una corretta gestione delle transazioni finanziarie.
In definitiva, la Corporate Governance e la Tax Governance lavorano insieme per garantire che un’azienda sia gestita in modo responsabile, etico ed efficiente. Questo approccio olistico protegge il valore reputazionale dell’azienda e assicura che il governo del rischio fiscale sia parte integrante del processo decisionale aziendale.
Un elemento cruciale della Corporate Governance, come accennato, è la mediazione e la compensazione degli interessi dei vari stakeholders, i quali possono avere interessi diversi e talvolta contrastanti. La governance aziendale deve bilanciare questi interessi per promuovere una strategia aziendale efficace.
All’interno della Corporate Governance, il governo del rischio fiscale è fondamentale. La Tax Governance si inserisce in questo contesto per gestire il rischio fiscale e assicurare che le decisioni fiscali siano allineate con gli interessi degli stakeholders e conformi alle leggi tributarie. Anche la reputazione aziendale è uno degli asset più preziosi di un’azienda, che la Corporate Governance mira a preservare e valorizzare, evitando comportamenti non etici o controversie fiscali che potrebbero danneggiarla.
La Tax Governance deve essere integrata nella Corporate Governance. Ciò significa che la gestione del rischio fiscale, la conformità fiscale e l’ottimizzazione fiscale devono essere parte integrante delle decisioni aziendali prese a livello di governance.
La gestione del rischio fiscale richiede una comprensione approfondita delle leggi e delle prassi fiscali non solo nel Paese in cui l’azienda ha sede principale, ma anche in qualsiasi altro Paese in cui opera. Le aziende che operano in più Paesi devono affrontare un complesso mosaico di leggi fiscali e regolamentazioni diverse. Questo comporta un alto grado di incertezza e richiede una conoscenza dettagliata di ciascun sistema fiscale estero in cui si opera. La gestione del rischio fiscale mira a prevenire il verificarsi di contenziosi fiscali internazionali, che possono essere costosi e complicati da risolvere, generare criticità all’interno della struttura di governance aziendale e avere impatti finanziari negativi.
Le aziende devono assicurarsi di essere conformi alle leggi fiscali in tutti i paesi in cui operano. Questo richiede un monitoraggio costante delle normative fiscali e la capacità di adattarsi a cambiamenti normativi internazionali. Per gestire il rischio fiscale in un contesto internazionale, le aziende spesso sviluppano politiche e procedure globali che definiscono come affrontare le questioni fiscali all’interno dell’azienda, indipendentemente dalla giurisdizione. Molte aziende si avvalgono di consulenti fiscali internazionali o team interni di esperti in materia fiscale internazionale per garantire una gestione efficace del rischio fiscale su scala globale.
Si tratta di una sfida complessa ma fondamentale, che richiede una conoscenza approfondita delle leggi e delle prassi fiscali straniere, una rigorosa conformità internazionale e l’adozione di politiche e procedure globali per prevenire controversie e garantire che il sistema di governance aziendale funzioni in modo armonico e in conformità con le leggi tributarie di ogni giurisdizione in cui l’azienda opera. Pertanto, è bene sottolineare come la “corporate governance” e la “tax governance” si trovano in un rapporto di genere e specie.
In altre parole in un sistema modernamente organizzato e armonizzato di procedure, regole, compliance e variabili, la “tax governance” si propone di individuare:
- responsabilità e opportunità a cui va incontro la società dal punto di vista fiscale;
- un approccio che interpreti al meglio gli interessi degli stakeholders e di tutti coloro che sono coinvolti;
- una strategia che possa, attraverso misure preventive e di analisi del rischio fiscale, governarlo fino alla sua neutralizzazione.
Il ruolo del Consiglio di Amministrazione all’interno dell’ambito della Tax Governance e della gestione del rischio fiscale è cruciale. Il Consiglio di Amministrazione è responsabile di interpretare e attuare la volontà dell’Assemblea dei Soci/Azionisti. Questo implica che deve considerare e rispettare gli interessi degli stakeholders, tra cui gli investitori, e che deve prendere decisioni che siano allineate con tali interessi. Il Consiglio di Amministrazione deve svolgere un ruolo proattivo nella definizione delle strategie fiscali dell’azienda, anche identificando le legittime opportunità concesse dalla normativa tributaria per ottimizzare la posizione fiscale dell’azienda.
Una corretta e puntuale attività di “risk analysis” è una componente essenziale. Il Consiglio di Amministrazione deve condurre un’analisi dettagliata del rischio fiscale, identificando i potenziali rischi, valutando le loro implicazioni finanziarie e stabilendo strategie per gestirli in modo efficace. Sulla base dell’analisi del rischio, il Consiglio di Amministrazione dovrebbe sviluppare una politica fiscale aziendale definendo delle linee guida per la gestione del rischio, tra cui le politiche di conformità e le strategie di ottimizzazione fiscale. La “policy fiscale” dovrebbe comprendere azioni e procedure per prevenire, gestire e, se possibile, neutralizzare il rischio fiscale, inclusa la formazione di un team dedicato alla tax governance e all’adeguata documentazione delle transazioni finanziarie.
Il Consiglio di Amministrazione deve essere consapevole del valore reputazionale dell’azienda e assicurarsi che le strategie fiscali siano conformi a principi etici ed evitino controversie che possano danneggiare la reputazione aziendale. Il Consiglio di Amministrazione svolge pertanto un ruolo cruciale nel garantire che l’azienda gestisca in modo responsabile il rischio fiscale e protegga il suo valore reputazionale. Questo richiede una governance aziendale oculata, un’analisi del rischio accurata e la definizione di politiche fiscali che siano etiche ed efficaci nella gestione del rischio fiscale.
L’ottimizzazione delle strategie di business per creare valore rappresenta un obiettivo chiave per qualsiasi azienda. La creazione di valore può essere misurata in diversi modi, e gli elementi qui menzionati sono tutti importanti nel perseguire questo obiettivo:
- Un aumento delle metriche finanziarie e operazionali, come il fatturato, il margine di profitto, la redditività, il ritorno sugli investimenti e altre prestazioni aziendali: è un segno di successo e di creazione di valore;
- La costruzione di un marchio forte e riconoscibile è essenziale per creare valore: un marchio ben posizionato può generare la fiducia dei consumatori, attirare nuovi clienti e aumentare la lealtà verso il marchio, contribuendo così alla creazione di valore.
- L’aumento delle quote di mercato può indicare il successo di un’azienda nella conquista di una posizione più ampia all’interno del settore: un maggior controllo del mercato può contribuire a generare profitti più consistenti e, di conseguenza, creare valore.
- La reputazione è un asset intangibile prezioso per un’azienda: una reputazione positiva può portare a una maggiore fiducia da parte dei clienti, degli investitori e dei partner commerciali, nonché a una maggiore capacità di attirare e trattenere talenti. Un valore reputazionale elevato può anche proteggere l’azienda da potenziali controversie o crisi.
Per ottenere questi risultati, le aziende devono sviluppare strategie di business oculate che tengano conto delle esigenze e delle aspettative dei clienti, degli sviluppi di mercato, delle dinamiche concorrenziali e delle opportunità di crescita. La gestione del rischio fiscale, come discusso in precedenza, è parte integrante di questo processo, poiché contribuisce a garantire che le strategie siano conformi alle leggi tributarie e a evitare controversie che potrebbero danneggiare la reputazione aziendale. In sintesi, l’ottimizzazione delle strategie di business è fondamentale per la creazione di valore, e ciò richiede un approccio strategico globale che comprenda aspetti finanziari, reputazionali e di mercato.
All’interno di queste finalità di primaria importanza per l’azienda che caratterizzano la “mission” della stessa, si inserisce il “rischio fiscale” inteso come:
- l’applicazione della normativa e della prassi fiscale in vigore in un Paese diverso da quello in cui ha sede l’azienda;
- la definizione di un sistema ottimale di gestione dell’attività di impresa al fine di ottimizzare la “variabile fiscale”.
La gestione del rischio fiscale è fondamentale per garantire che l’azienda possa operare in modo efficiente e sostenibile. Prima di tutto, l’azienda dovrebbe condurre una valutazione completa del rischio fiscale. Ciò comporta l’identificazione di potenziali aree di incertezza normativa e di contenziosi tributari, nonché la valutazione dell’impatto finanziario di tali rischi. Basandosi sull’analisi del rischio fiscale, l’azienda dovrebbe sviluppare politiche e procedure fiscali chiare e coerenti. Queste politiche dovrebbero definire come affrontare questioni fiscali complesse e garantire che tutte le transazioni finanziarie siano adeguatamente documentate. Il personale aziendale deve essere adeguatamente formato sulla gestione del rischio fiscale e sulla conformità alle leggi tributarie. La formazione contribuisce a prevenire errori e comportamenti non conformi.
Spesso, le aziende si avvalgono di consulenti fiscali esterni o di team interni di esperti fiscali per ottenere consulenza specializzata sulla gestione del rischio fiscale. Questi professionisti possono fornire orientamento e consulenza strategica. Le leggi fiscali possono cambiare nel tempo, e le aziende devono essere costantemente aggiornate e adattare le proprie strategie in risposta a nuove normative o interpretazioni. Anche un buon rapporto con le autorità fiscali può facilitare la gestione del rischio, perché la trasparenza e la collaborazione possono aiutare a risolvere le controversie in modo più efficiente. Per le aziende che operano in più Paesi, è importante condurre un’analisi approfondita delle transazioni internazionali per garantire che siano conformi alle leggi tributarie nei vari Paesi coinvolti. Le aziende dovrebbero sviluppare una strategia fiscale a lungo termine che tenga conto di obiettivi di crescita, di struttura aziendale e di rischi specifici.
In altri termini, la gestione del rischio fiscale è un elemento essenziale per la salute finanziaria e la serenità aziendale. L’adozione di politiche, procedure e strategie ben definite, insieme a una costante vigilanza sulle leggi fiscali e alla formazione del personale, può aiutare a mitigare il rischio fiscale e proteggere il valore reputazionale dell’azienda.
La c.d. “task risk management” ovvero la gestione del rischio fiscale è intesa come un efficace politica aziendale volta a determinare:
- il valore da raggiungere nell’assunzione del rischio;
- la riduzione dei costi conseguenti alla riduzione del rischio;
- le risorse necessarie per la gestione delle opportunità e dei relativi rischi.
Nella gestione del rischio fiscale deve essere adottata una strategia volta a considerare tutte le variabili in gioco ovvero:
- la dimensione aziendale e il suo posizionamento;
- il valore reputazionale;
- il suo funzionamento inteso come “governance” aziendale; la sua cultura e i principi fondanti.
Di qui la necessità di dotarsi di un coordinato e armonizzato sistema di regole e modelli volti a intercettare il rischio anche attraverso un efficace “audit” interno ed esterno, capirne e valorizzare gli effetti sull’intera struttura, intraprendere le azioni intese a mitigare che le possibili conseguenze possano in qualche modo destabilizzare il clima e/o la percezione aziendale soprattutto quando si è in presenza di ingenti e complesse verifiche fiscali, neutralizzare ogni tipo di possibile variabile che possa influire sull’attività di business dell’azienda.
L’audit è una pratica cruciale per valutare la conformità fiscale e identificare eventuali rischi. L’audit interno svolge un ruolo chiave nel monitorare costantemente le operazioni finanziarie dell’azienda e nell’identificare tempestivamente le potenziali aree di non conformità; quello esterno, condotto da professionisti indipendenti, offre una valutazione obiettiva e può contribuire a rafforzare la credibilità dell’azienda.
Un audit efficace può rivelare opportunità per la pianificazione fiscale, ad esempio suggerendo la strutturazione di transazioni in modo tale da massimizzare i vantaggi fiscali.
L’identificazione delle variabili incerte e dei rischi fiscali consente all’azienda di adottare misure per neutralizzare o mitigare tali variabili. Ciò può includere la revisione delle strategie aziendali, la rinegoziazione di accordi contrattuali o la creazione di riserve finanziarie per far fronte a potenziali obblighi fiscali. Ancora, in caso di verifiche fiscali, un audit interno accurato e la cooperazione con auditori esterni possono aiutare a prepararsi adeguatamente e a rispondere alle richieste delle autorità fiscali in modo tempestivo ed efficace. In definitiva, la combinazione di audit, valutazione delle conseguenze, pianificazione fiscale e neutralizzazione delle variabili incerte è fondamentale per una gestione del rischio fiscale oculata. Questo contribuisce a proteggere la stabilità e la reputazione aziendale e ad assicurare che l’azienda possa operare in modo sostenibile e redditizio.
I principali soggetti coinvolti nella gestione del “rischio fiscale” sono, in definitiva, il consiglio di amministrazione, l’amministratore delegato (CEO e CFO), il tax manager e il suo team, le divisioni e funzioni aziendali, i revisori e i consulenti esterni, ma anche le autorità, fiscali e non, gli investitori e gli analisti.
Tutti i soggetti appena elencati operano in sinergia e sono direttamente coinvolti nell’implementazione della “task risk management”, e sono alla base di una corretta “filosofia fiscale” che permetterà di intraprendere una strategia fiscale volta a sviluppare un “action plan”, minimizzare i rischi fiscali e raggiungere gli obiettivi strategici che sono stati prefissati ad alto livello.
Se da un lato è sempre più importante e determinante che l’impresa a tutti i suoi livelli si interroghi sugli obblighi tributari ma soprattutto sull’opportunità e l’adeguatezza delle modalità scelte a base dell’esercizio della sua attività, soprattutto se collocate all’interno di un sistema di incertezza, dall’altro è sempre più importante il ruolo dell’Amministrazione finanziaria che ha come “focus” quello della gestione del fenomeno del mancato rispetto degli obblighi normativi e di legge.
Nell’ottica pertanto della costruzione di un dialogo costante volto a migliorare e perfezionare i rapporti, l’Amministrazione finanziaria deve poter comprendere che le sue azioni hanno un riflesso sul sistema sociale soprattutto se l’obiettivo primario è quello di implementare un’adeguata “educazione fiscale”. L’Amministrazione finanziaria dovrebbe essere aperta a comprendere le sfide e le preoccupazioni delle imprese. Questo può includere l’analisi delle complessità normative e la valutazione dell’onere che le aziende affrontano nel rispettare gli obblighi fiscali. Capire queste preoccupazioni può portare a soluzioni più pragmatiche e collaborative.
Un elemento chiave per migliorare il dialogo è la promozione della trasparenza da entrambe le parti. Le imprese dovrebbero essere trasparenti nelle loro attività finanziarie e nella documentazione fiscale. D’altra parte, l’Amministrazione finanziaria dovrebbe fornire chiarimenti e risposte tempestive alle richieste delle imprese. Promuovere un’adeguata educazione fiscale è nell’interesse sia delle imprese che dell’Amministrazione finanziaria. Un’educazione fiscale efficace può aiutare le imprese a comprendere meglio le leggi tributarie e a rispettarle in modo più accurato. Dall’altro lato, l’Amministrazione finanziaria può fornire risorse educative per assistere le imprese nella comprensione delle normative fiscali. L’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre il contenzioso fiscale tra le imprese e l’Amministrazione finanziaria. Questo può essere raggiunto attraverso una comunicazione aperta, la risoluzione tempestiva delle controversie e l’adozione di procedure di risoluzione alternative delle controversie.
La legislazione potrebbe considerare l’adozione di incentivi per promuovere la conformità fiscale, sotto forma di “sconti” o di altri vantaggi in favore delle imprese che dimostrano una conformità accurata e tempestiva. L’Amministrazione finanziaria e le imprese possono collaborare su politiche fiscali che promuovano la crescita economica sostenibile e la creazione di posti di lavoro. Questa collaborazione può contribuire a sviluppare politiche fiscali che siano vantaggiose sia per le imprese che per la società nel suo complesso. Un dialogo costante tra le imprese e l’Amministrazione finanziaria può portare a una migliore comprensione reciproca, promuovere la conformità fiscale e contribuire all’educazione fiscale. Questo è nell’interesse di entrambe le parti e della società nel suo insieme, poiché contribuisce a una gestione fiscale più efficace e trasparente.
Se da una parte esistono sempre più sistemi di “governance fiscale” moderni e attrezzati, dall’altra parte l’azione dell’Autorità fiscale presuppone un approccio più moderno che si fonda sulla costruzione di un modello di gestione del rischio di “non compliance”. Il processo di “compliance risk” ovvero il c.d. “compliance risk management process” prevede le fasi qui di seguito elencate:
- identificazione dei rischi;
- analisi dei rischi;
- individuazione del livello di priorità tra i rischi;
- definizione di modalità di gestione dei rischi;
- assessment, o valutazione.
La stabilità e la complessità della legislazione fiscale giocano un ruolo cruciale nella capacità dell’Amministrazione fiscale di far rispettare le leggi. Una legislazione stabile e chiara rende più semplice per i contribuenti comprendere e rispettare le leggi fiscali, mentre complessità e frequenti cambiamenti normativi possono rendere più difficile la conformità fiscale.
Anche la percezione dell’opinione pubblica sull’evasione fiscale e sull’equità fiscale può influenzare la volontà dei contribuenti di rispettare le leggi. Se l’opinione pubblica percepisce un alto tasso di evasione fiscale o una mancanza di equità fiscale, potrebbe sorgere una minore volontà di conformarsi alla legge. Di conseguenza, l’Amministrazione fiscale potrebbe dover adottare misure più rigorose per affrontare questi problemi. Le condizioni economiche, tra cui la dimensione del mercato, l’apertura rispetto ad altri sistemi economici e le politiche fiscali dei principali partner commerciali, possono avere un impatto diretto sulla base fiscale e sulla capacità dell’Amministrazione fiscale di raccogliere entrate. Ad esempio, in un’economia in crescita con un’elevata mobilità internazionale dei capitali, l’Amministrazione fiscale potrebbe affrontare sfide aggiuntive nel garantire la conformità fiscale. Inoltre, è importante notare che questi fattori esterni possono interagire tra loro. Ad esempio, una legislazione fiscale instabile potrebbe influenzare negativamente l’opinione pubblica e, di conseguenza, la conformità fiscale. Allo stesso modo, le condizioni economiche globali possono influenzare sia la base fiscale che l’opinione pubblica. L’Amministrazione fiscale deve essere consapevole di queste variabili esterne e considerarle nella definizione delle proprie strategie e politiche per promuovere la conformità fiscale. La comprensione di come queste variabili influenzino il comportamento dei contribuenti è essenziale per il successo nel raggiungere gli obiettivi di riduzione del rischio di violazione della compliance fiscale. Per creare un efficace modello di gestione del rischio è necessario poter valutare, interpretare e monitorare il c.d. “tax gap” inteso come differenza tra valore complessivo massimo di imposizione e quello del gettito fiscale effettivo. La creazione di un modello di gestione del rischio ha il compito di monitorare costantemente gli obiettivi dell’organizzazione per garantire a questa di operare in maniera efficace e flessibile.
La creazione di un modello di gestione del rischio fiscale è fondamentale e fornisce una struttura logica per affrontare il complesso problema del rischio fiscale, come di seguito descritto:
- Individuazione degli Obiettivi: in questa fase, l’azienda deve stabilire chiaramente gli obiettivi della gestione del rischio fiscale. Questi obiettivi, variabili da azienda ad azienda in base alle proprie esigenze e ai propri obblighi fiscali, dovrebbero essere definiti in termini di quanto si prevede di conseguire e quanto è necessario conseguire per garantire la conformità fiscale e la gestione efficace dei rischi.
- Studio del Contesto: la comprensione del contesto in cui l’organizzazione opera è fondamentale. Questo contesto include non solo l’ambiente operativo dell’azienda ma anche l’ambiente in cui l’Amministrazione fiscale agisce, considerando anche la legislazione fiscale vigente, la stabilità normativa, la percezione dell’opinione pubblica sull’evasione fiscale e le condizioni economiche globali. L’analisi del contesto aiuta a identificare le potenziali sfide e opportunità legate al rischio fiscale.
- Definizione della Strategia: una volta compreso il contesto, l’azienda dovrebbe definire una strategia per la gestione del rischio fiscale, in modo da dettagliare come l’azienda intende affrontare i rischi fiscali identificati. Si possono includere politiche, procedure, piani di conformità, programmi di formazione e altri strumenti per garantire che l’azienda rispetti le leggi fiscali e riduca i rischi.
Inoltre, è importante sottolineare che la gestione del rischio fiscale è un processo continuo e dinamico. Le aziende dovrebbero regolarmente riesaminare e aggiornare il loro modello di gestione del rischio fiscale in risposta ai cambiamenti normativi, economici e alle mutevoli circostanze aziendali. Queste fasi forniscono una base solida per sviluppare un approccio strutturato alla gestione del rischio fiscale e contribuire a garantire che l’azienda sia in grado di prevenire, gestire e mitigare in modo efficace i rischi legati alle questioni fiscali.
Individuata e definita la strategia, l’Autorità finanziaria fissa i suoi obiettivi che possiamo qui di seguito riassumere:
- raggiungimento dei massimi livelli di adempimento e osservanza delle norme fiscali da parte dei contribuenti;
- applicazione dell’imposizione in maniera efficace, accurata ed equilibrata;
- creazione di un sistema fiscale moderno e orientato all’efficacia e all’efficienza del rapporto con il contribuente;
- pagamento delle imposte dovute quale elemento centrale della strategia.
Una volta individuati gli obiettivi di carattere strategico, l’Amministrazione finanziaria fissa il livello del rischio di “mancata compliance”, ovvero quel rapporto/relazione tra gli obiettivi stabiliti e il mancato conseguimento degli stessi.
A tal proposito, per la costruzione di un equilibrato modello di gestione del rischio è necessario poter considerare tutte le variabili e/o fattori che condizionano il mancato conseguimento degli obiettivi di carattere strategico stabiliti in sede di analisi e pianificazione:
- la legislazione vigente, ossia il complesso di normativa fiscale in base al quale viene esercitato il potere impositivo. È necessario che sia stabile nel tempo, che sia snella o poco complessa e che trasmetta una sensazione di c.d. “equità”;
- l’opinione pubblica, intesa come serie di comportamenti, atteggiamenti e percezioni nei confronti dell’Amministrazione finanziaria. In sostanza, si tratta di prendere in considerazione il livello di evasione fiscale percepito, il grado di equità fiscale e la complessità della normativa fiscale e la sua stabilità nel tempo.
La costruzione di un modello di gestione del rischio e della sua complementare strategia che deve risultare efficace ed efficiente non può prescindere dalla valutazione:
- del “tax gap”, inteso come il valore complessivo massimo di imposizione rispetto al gettito fiscale complessivo effettivo, la cui riduzione è un obiettivo di carattere strategico dell’Amministrazione finanziaria;
- del comportamento dei contribuenti;
- della corretta educazione e sensibilizzazione dei contribuenti nei confronti del sistema fiscale e della sua comprensione.
a cura di Antonio Lanotte(*)
per il Centro Studi Deotto Lovecchio & Partners
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[1] Carl Ichan: «In life and business, there are two cardinal sins. The first is to act precipitously without thought and the second is to not act at all».
(*)Dottore commercialista e revisore legale
Advisory Council – Blockchain for Europe
Panel of Experts at EUBOF